Torta di cinema: Corrado Sassi

L’Associazione Flavio Beninati è lieta di comunicare che martedì 16 febbraio 2016 avrà luogo, presso la sede di via Quintino Sella 35, Palermo, il primo incontro del ciclo “Torta di cinema” che vedrà come ospite l’artista, fotografo, attore e regista romano Corrado Sassi che ci intratterrà sulla propria visione del cinema e sulle esperienze di attore, dalle prime pellicole di Matteo Garrone al recente “Arianna” di Carlo Lavagna, e di sceneggiatore e regista di “Waves”, l’opera prima, quasi interamente girata in mare, che gli è valsa un numero di riconoscimenti in giro per il mondo.

PROSSIMI APPUNTAMENTI: Salvo Cuccia (regista e sceneggiatore) martedì 23 febbraio; Carlo Lavagna (regista) fine marzo; Alexis Sweet (regista) 29 aprile; Reiner Ganahl (artista, video-maker); Matteo De Laurentiis (produttore); Baillie Walsh (regista, attore, sceneggiatore); Marco Bechis (regista e sceneggiatore); Corrado Fortuna (attore e regista); Paolo Briguglia (attore) …

Martedì 16 febbraio 2016  | Via Quintino Sella 35 (PA)

18:00 proiezione film
19:30 incontro col regista

INGRESSO LIBERO


CORRADO SASSI

Corrado Sassi nasce a Roma il 14 gennaio 1965. Dopo il liceo classico studia Psicologia all’Università “la Sapienza”. Nel 1994 frequenta l’International Center of Photography di New York e ottiene il Diploma in Fotogiornalismo. Finanzia la sua ricerca artistica lavorando come attore in spot pubblicitari e nel cinema per i primi due film di Matteo Garrone (“Terra di Mezzo” e “Ospiti”). Negli ultimi 10 anni la sua ricerca si focalizza su Fotografia, Installazioni, Performance e Video. I suoi lavori sono stati presentati in esposizioni personali e collettive in Italia, a Londra, Parigi, New York e Los Angeles e si trovano in collezioni pubbliche e private. “Waves”, il suo primo lungometraggio, è stato interamente autoprodotto. (Fonte: www.comingsoon.it)

« Navigare necesse est, vivere non est necesse » 
(«Navigare è indispensabile, vivere no»Giulio Cesare)

IL FILM: “WAVES”

Tre uomini in barca Il film è ispirato a un racconto di R.L. Stevenson, Il riflusso della marea. È un noir marino: la cronaca di tre uomini che non si conoscono e che navigano a vela verso Sud. Solo due di loro sono a conoscenza del motivo della traversata, mentre il terzo uomo condivide con il pubblico l’angoscia di un viaggio verso un fine sconosciuto. Durante la navigazione i tre si trovano costretti a imbarcare una donna che destabilizza i già fragili equilibri. Sarà l’arrivo su un’isola sconosciuta e l’incontro con un personaggio misterioso a cambiare definitivamente i loro destini.

Rassegna Stampa

Silenzioso noir ambientato nel Mediterraneo, Waves è ispirato a un racconto del 1894, Il riflusso della marea di Robert Louis Stevenson – uno dei suoi testi meno noti – che rifletteva sullo spiazzante confronto fra la bellezza della natura incontaminata (delle isole del Pacifico, nello specifico) e la turpe decadenza degli uomini schiacciati da una vita sempre più foriera di difficoltà e corruzione: il lungometraggio d’esordio di Corrado Sassi riprende i temi e le considerazioni del testo, trasferisce l’azione nella contemporaneità e si lascia cullare in una dimensione sospesa, atemporale e aspaziale nella quale lascia che prendano forma inquietudini e nervosismi in una muta situazione di limbo nella quale ogni equilibrio mostra tutta la sua fragilità e ogni cambiamento può essere repentino e irreversibile.

Tre uomini salpano dalle coste italiane in rotta verso il Mediterraneo orientale: due sanno qual è la meta e l’obiettivo del viaggio, il terzo è a bordo solo per le sue competenze nautiche e conosce poco i suoi compagni di viaggio. Attorno a loro solo il mare, con le sue bizze e i suoi momenti di calma piatta, con la sua imprevedibilità beffarda, un’isola ad attenderli e una donna fuggita da uno yacht.

Il viaggio verso l’ignoto (o per meglio dire verso una sconosciuta missione attorno alla quale il mistero si infittisce con il passare del tempo) è l’occasione per Sassi per tratteggiare il ritratto di tre esemplificativi tipi umani: un uomo maturo ormai stanco che con l’età ha guadagnato disillusione e scoramento, un trentenne spavaldo e arrogante le cui energie sono tutte focalizzate nell’adempimento dell’enigmatica incombenza e il più giovane di tutti, ingenuo e in balia degli eventi, che sembra faticare a relazionarsi con i meccanismi di un gioco più grande di lui.

Nello spazio circoscritto della barca le dinamiche fra i personaggi si fanno inevitabilmente più intense e la dilazione temporale oltre alla sostanziale assenza di riferimenti spaziali trasformano il film in una lenta deriva agorafobica, che culla le sue suggestioni fra le onde, riflettendo sul concetto di vita, di giusto e di sbagliato: un progetto interessante, che racconta la cupezza dell’uomo abbacinandolo sotto al sole cocente del Mediterraneo, che disquisisce sul Bene e sul Male senza impelagarsi in complicate e artificiose dissertazioni filosofiche ma lavorando di sottrazione, trasformando la pellicola in un progetto funzionalmente essenziale, scarno.

Purtroppo l’estrema asciuttezza della narrazione, volutamente priva di qualsiasi tipo di orpello o digressione, spinta alle estreme conseguenze dallo sfilacciamento temporale cui si trovano protagonisti i personaggi rendono lo sviluppo del film piuttosto vischioso con il rischio di rendere meno immediato il cammino verso la creazione di quella cupola di tensione che dovrebbe essere a capo dell’architettura della pellicola: la suspence vera e propria stenta ad arrivare anche nei momenti in cui dovrebbe essere centrale e Waves finisce per annacquare un po’ la sua natura di noir senza riuscire però al contempo ad approfondire con puntualità gli interrogativi sull’uomo e la Natura. Un vero peccato perché l’esordio di Corrado Sassi avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere decisamente più incisivo dal momento che l’idea di confronto con l’immenso (il mare) per raccontare le piccinerie dell’individuo in una cornice astratta – sebbene visceralmente reale – aveva tutto il potenziale per dare vita a una lunga traversata attraverso le contraddizioni dell’uomo, messo alle strette dalla contrapposizione dei ruoli fra vittima e carnefice, non sempre così impermeabili l’uno all’altro.

Waves racconta l’universo che è quello “spazio rubato all’acqua” che è la barca con muta passione e con un onesto gusto per lo smarrimento, alla conquista di quel tesoro che non sempre pare corrispondere a un forziere stipato di pietre preziose e che anzi può avere una caratura (morale) ben diversa: magari non riesce a imporsi con piglio deciso e dare piena forma agli obiettivi prefissi, ma dimostra quantomeno personalità e carattere. (Fonte: www.cineclandestino.it)

LOCANDINA