LE PAROLE DISORDINATE di S. Vanni Calvello

PRESENTAZIONE LIBRO

Giovedì 2 febbraio verrà presentato il libro di Stefania Vanni Calvello “Le parole disordinate“. Con l’autrice dialogheranno l’arch. Alessandro Savona (autore della prefazione) e l’avv. Carla Garofalo.

Giovedì 2 FEBBRAIO 2023
ORE 18,00
Via Quintino Sella 35

* Ingresso libero

L’AUTRICE

Stefania Vanni Calvello è discendente dalla nobile famiglia dei principi di San Vincenzo. Si occupa di pittura e ama la scrittura. Prima di ritornare nella natìa Sicilia, ha viaggiato molto e vissuto a Roma dove è entrata in contatto con il mondo culturale degli anni Ottanta. Ebbe l’onore di incontrare la regina Elisabetta II, quando venne in visita a Palermo, a palazzo Gangi, dimora della nonna paterna. Oggi abita nella splendida cornice del castello di Solanto, ex dimora di Ferdinando di Borbone e di Maria Carolina, figlia di Maria Teresa d’Austria.

IL LIBRO

LE PAROLE DISORDINATE

Autore: Stefania Vanni Calvello
Editore:
Collana: 
ISBN: 
Data di pubblicazione: 2022
Pagine: 49
Formato: cm 13,5×19
Rilegatura: Brossura

Sinossi

Con i frammenti del passato si compongono mosaici per il futuro. Questa frase racchiude il senso del lavoro di Stefania Vanni Calvello di San Vincenzo, una donna che ha deciso di svelarsi senza maschera, di abbattere i pregiudizi, di donarsi senza riserve. Una donna che guarda il mondo coi suoi bellissimi e dolcissimi occhi azzurri, nei quali si può cogliere ancora una luce infantilmente pura ma anche assai determinata. Le sue mani, quando ci incontrammo, erano ben aperte sulle bozze che volle mostrami, quasi a difenderle, a proteggerle dalla cattiveria che aleggia nel mondo in cui viviamo. Memorie di un passato lontano e recente, frammenti di vita, sogni e propositi: nelle pagine del suo memoriale Le parole disordinate si narra di ricordi belli e di ricordi dolorosi, di vita recente e sogni futuri, di amore negato e invaghimenti platonici. Il tutto con una semplicità che potremmo definire genuina e una visione lucida. Parafrasando Lacan si potrebbe dire che “Per fare a meno di qualcosa bisogna sapersene servire”. Allo stesso modo, Stefania si serve dei ricordi. Per custodirli e licenziarli, per far pace con un passato spesso non facile, per aprire uno spiraglio alla libertà del sogno che, per lei, coincide con l’amore universale.Le sue Parole disordinate parlano una lingua universale e personale insieme. Toccano il cuore e si schiudono in un cielo che mischia fantasia e verità. Si collocano sulla circonferenza immaginaria di un grande cerchio, al cui centro c’è un po’ di ognuno di noi. Qual è il senso della scrittura se non questo? Un ricondurci a un centro, un riportarci a casa.

(dalla prefazione di Alessandro Savona)

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